Anemone (2025), di Ronan Day-Lewis

In un cinema che privilegia risposte rapide ed emozioni immediate, Anemone sceglie la sospensione. Alla sua opera prima, Ronan Day‑Lewis dirige un film che interroga memoria, colpa e responsabilità, trasformando ogni silenzio ed esitazione in un linguaggio capace di esprimere un dolore che non vuole scomparire. Il giovane regista irlandese costruisce un racconto essenziale, dove il passato filtra nel presente come un rumore di fondo.

Il titolo del film, “Anemone”, richiama il fiore, simbolo di fragilità e protezione, di esposizione e ritiro. La sua natura, legata al vento sia sulla terra che in acqua, diventa una metafora delle tensioni interiori dei protagonisti: esseri delicati eppure forti, in bilico tra vulnerabilità e difesa, tra presenza e ritiro. L’opera esplora l’eredità emotiva e il modo in cui essa trasforma le relazioni familiari in fardelli silenziosi. Anemone mette in scena padri, figli e fratelli segnati dal tempo e dai traumi, incapaci di ritrovarsi e costretti a convivere con sensi di colpa mai chiariti, sospesi tra ciò che li unisce e ciò che li allontana.

Il personaggio interpretato da Daniel Day‑Lewis incarna questa tensione: un uomo tormentato da ciò che ha fatto e da ciò che non ha fatto, segnato dalle cicatrici dei Troubles e da ferite personali che portano con loro un peso silenzioso. La sua presenza è intensa, a tratti rozza e brutale: gesti irruenti, parole dure, esplosioni emotive che lasciano poco spazio alla misura. La violenza del suo dolore si riflette sulle relazioni, altera la percezione del tempo e lascia vuoti difficili da colmare. L’attore trasforma ogni impeto, ogni parola urlata o sguardo feroce, in una rivelazione di colpa e sofferenza, facendo dell’assenza di filtri una forza narrativa che attraversa lo schermo.

In più di un’occasione, la realtà sembra incrinarsi. Figure evanescenti e luminose attraversano boschi o la penombra della notte, come riflessi del trauma e della coscienza che tenta di farsi sentire. Non è soprannaturale ma è la memoria che prende forma, la colpa che si mostra, il dolore che chiede di essere ascoltato. La storia si svolge prevalentemente in interni, conferendo alla narrazione la tensione di una pièce teatrale. Spazi chiusi e luce rarefatta, quindi, diventano parte della drammaturgia, mentre i personaggi trattengono parole e gesti come attori davanti a un pubblico invisibile.

La recitazione di Daniel Day-Lewis è intensa e viscerale, mentre Sean Bean, in apparente sottrazione rispetto al protagonista, restituisce una forza diversa ma non meno profonda. Ogni gesto è calibrato, ogni pausa e ogni sguardo diventano eco del dolore e dell’amore trattenuto, reggendo con equilibrio il peso emotivo della narrazione e trasformando lo sguardo del regista in un’intimità penetrante e quasi biografica. Il ritorno sul grande schermo del tre volte premio Oscar, a distanza di 8 anni da Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, diventa allora un velato parallelo col personaggio che interpreta: un uomo distante, che si è ritirato nei boschi, lontano da tutto e tutti. In Anemone, il suo isolamento trova eco nel rapporto con il fratello che cerca di riportarlo a casa, avviando un percorso silenzioso e delicato verso la riconciliazione con moglie e figlio.

Esteticamente, il film adotta un linguaggio visivo controllato e preciso: i movimenti di macchina e le inquadrature sembrano misurati sul respiro dei personaggi, mentre la fotografia lavora in chiave minimale con toni lattiginosi, nella sostanza, e ombre trattenute. Il risultato è un film che non cerca di commuovere e non offre spiegazioni facili, ma responsabilizza lo spettatore costringendolo a confrontarsi con il peso del passato e del non detto. Con Anemone, Ronan Day-Lewis firma un’opera prima matura e sorprendentemente sicura, un cinema che parla di colpa e di cura, e di fragilità trasformata in testimonianza. Non certo un film che chiede di essere capito, ma di essere ricordato: un’esperienza che affida allo spettatore la responsabilità di ascoltare ciò che non viene detto, di sentire il peso dei legami spezzati e delle colpe trattenute.

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SCHEDA TECNICA

Titolo Originale: Anemone

Regia: Ronan Day-Lewis

Genere: Drammatico

Paese: Regno Unito, USA

Durata: 121 min.

Con: Daniel Day-Lewis, Sean Bean, Samantha Morton, Samuel Bottomley, Safia Oakley-Green

Casa di produzione: Plan B Entertainment

Distribuzione in italiano: Universal Pictures 

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STAZIONE CINEMA © Riproduzione riservata

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