Si corre, si corre. Ma quanto si corre in Licorice Pizza? L’ultimo film di Paul Thomas Anderson, già pluriacclamato regista di piccoli grandi capolavori come Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), Magnolia (1999) e Il petroliere (2007) – senza fare un torto alle altre sue opere, sia chiaro – è un gioiellino che non può fare a meno di spingerci a correre coi protagonisti. Anzi, a rincorrerci, a dirla tutta. È una storia d’amore quella di Licorice Pizza. Semplice, romantica e senza fronzoli. Un’opera decisamente più “leggera” rispetto ai lavori ai quali il regista ci ha abituati, ma non per questo meno intensa di emozioni e significato.
Gary e Alana, figure chiave della storia, si cercano, si rincorrono, si perdono e si ritrovano. Si amano, con tutta la passione, l’innocenza e la spensieratezza (è anche l’ingenuità) della gioventù. Ma c’è una barriera tra di loro, grossa quanto la collina di Hollywood. Anderson è un maestro nel non appesantire la differenza di età che li divide, quindici anni (lui) e venticinque (lei), scavalcandola e sorvolando sulle storture che potrebbero derivarne. Al centro del film troviamo la contrapposizione tra le personalità degli stessi, che si intrecciano scambiandosi i ruoli di volta in volta. Prima è lui a cercare lei, che fugge, e poi è lei a tornare da lui che si allontana. Un legame vivo ed appassionato che si estende a tutto il film, a partire dall’emblematica battuta di Gary: “Io non ti dimenticherò mai e tu non dimenticherai me”.

Alla sua prima esperienza sul grande schermo, Cooper Hoffman (Gary) mette un timbro sul famoso detto “buon sangue non mente”. E come potrebbe non essere così, quando tuo padre era quel Phillip Seymour Hoffman, prematuramente scomparso e a lungo attore feticcio dello stesso Paul Thomas Anderson? Allo stesso modo, un enorme applauso va tributato all’esordiente Alana Haim (già musicista del gruppo HAIM) che si prende il centro della scena come un’attrice consumata.
Poco da aggiungere sugli innumerevoli easter eggs che ritroviamo qua e là (termine che uso per accontentare i feticisti degli inglesismi, ma date un’occhiata a Jules e Jim o a West Side Story, solo per citarne qualcuno), così come sui pazzeschi camei che si susseguono nel film. Da Tom Waits a Sean Penn, passando per Bradley Cooper e John C. Really, in Licorice Pizza c’è tutto un mondo da scoprire. Colorato ed entusiasmante, il film racchiude in sé la forza di una storia semplice e ben costruita, che il regista racconta calandosi nella San Fernando Valley degli anni ’70, con i suoi eccessi fatti di alcol e droghe, dove i sogni volavano liberi e si respirava aria di cambiamento. Qualche richiamo alle atmosfere di Harold e Maude, così come agli uffici elettorali già vissuti in Taxi Driver non fanno storcere il naso e, anzi, strappano qualche sorriso.

Paul Thomas Anderson è nella sua comfort zone, visto che in quei posti ci è nato e cresciuto, e disegna una commedia dalle atmosfere volutamente retrò ma con una fotografia, sceneggiatura e dialoghi terribilmente attuali. Abbandona le riflessioni a cui ci aveva abituati, per immergersi in un momento della sua vita fatta di ingenuità e frenesia. E quando le immagini si susseguono su una colonna sonora un po’ ruffiana, forse la più ruffiana dai tempi di Forrest Gump ma più che mai esplosiva, è lo stesso Anderson a ricordarci cosa significhi essere un regista vero, colto e appassionato. E noi tutti, non possiamo fare altro che applaudirlo.
SCHEDA TECNICA
Regia: Paul Thomas Anderson
Genere: Commedia, Sentimentale
Paese: USA
Durata: 133 min.
Con: Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper, Benny Safdie
Votazione: 8/10
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