Soul (2020), di Pete Docter e Kemp Powers

Cos’è che accende la scintilla che è dentro di noi? Come si delinea la personalità di un individuo? Sono le casualità della vita a tracciare le nostre strade o fa tutto parte di un disegno prestabilito? Per secoli, psicologi, filosofi e teologi hanno invano cercato il senso della vita. In poco più di 100 minuti, è il lungometraggio co-prodotto da Pixar Animation Studios e Walt Disney Pictures, Soul, che prova a rispondere ad alcuni dei più reconditi enigmi della natura umana. Candidato a tre Premi Oscar, il film co-diretto da Pete Docter e Kemp Powers porta a casa le statuette per il Miglior film d’animazione e la Miglior colonna sonora originale ai 93esimi Academy Awards.

Joe Gardner insegna part-time musica in una scuola media. Quando riceve dalla preside la notizia della sua assunzione a tempo indeterminato, Joe sembra tentennare. Non che sia scontento. Posto fisso, un’assicurazione sanitaria, l’allettante prospettiva di una serena pensione gli suggerirebbero di firmare il contratto. Esattamente tutto ciò che una persona possa desiderare. O forse, “potrebbe desiderare”. Perché Joe ha un sogno. Lui vuole intraprendere una carriera da pianista jazz. Far volare le sue dita sul piano, isolarsi da tutto ciò che lo circonda e liberare la sua anima. E quando il Dorothea Williams Quartet gli propone un ingaggio, Joe è così entusiasta che corre per le strada, danza, esulta. È così fuori di sé che non si accorge di un tombino scoperto, proprio davanti a lui. È all’improvviso che tutto diventa buio, silenzioso e l’anima di Joe, assieme a quella di tanti altri, si ritrova su di un tapis roulant verso l’Oltremondo. Ma come accadeva a Warren Beatty ne Il paradiso può attendere nel 1978, Joe non ci sta. Non è possibile che la sua vita finisca a un passo dalla realizzazione del suo sogno. Allora fugge, scappando da quel luogo solo per finire nell’Antemondo, dando il via a una serie di equivoci e avventure che lo condurranno, attraverso un percorso di crescita interiore, a riempire la propria anima con la “scintilla” della vita.

Soul è anima. E il jazz è l’anima di Joe. È la scintilla che lo porta a riscoprire se stesso, calatosi abilmente nei panni di “mentore” per l’anima cinica e fastidiosa della coprotagonista, e a raggiungere i propri sogni. Il jazz, quindi, ad accompagnare le avventure del primo protagonista afroamericano di casa Pixar. La musica nera per eccellenza e anima dei musicisti come Miles Davis, Charlie Parker, Thelonious Monk e quelli ritratti nei quadri di casa Gardner. La musica è parte integrante del film. Lo è per tutte le opere Disney-Pixar, sia chiaro. Ma se a curare un comparto sonoro chiami artisti del calibro di Trent Reznor (personalità di spicco e frontman dei Nine Inch Nails) e Atticus Ross (uno dei più grandi produttori discografici britannici), quella statuetta d’oro appare quasi una formalità. E se nella versione originale a doppiare i protagonisti sono Jamie Foxx e Tina Fey, in Italia il delicato compito di dare voce ai due personaggi è affidato a Neri Marcorè e Paola Cortellesi.

Non è la prima volta che gli sviluppatori americani si confrontano con tematiche filosofiche quali l’inconscio e l’aldilà. È successo con Inside Out e con Coco, prima di Soul. Stavolta, però, l’intenzione dei produttori era quella di alzare ancora di più l’asticella, dando vita a un’opera sognante e multisensoriale, in grado di portare il lavoro su un piano quasi metafisico. Se nei lavori precedenti come Alla ricerca di NemoMonsters Inc e Ratatouille, la Disney-Pixar esplorava realtà fisiche come gli oceani, San Francisco e Parigi, in Soul ad essere esplorato è l’inconscio umano, con tutte le sue stratificazioni. Il lungometraggio di casa Pixar si misura con la morte e col jazz. Spinge i protagonisti a riconoscere, affrontare e superare i propri limiti, le proprie paure e le proprie insicurezze.

SCHEDA TECNICA

Titolo Originale: Soul

Regia: Pete docters, Kemp Powers

Genere: Animazione

Paese: USA

Durata: 101 min.

Doppiatori Italiani: Neri Marcorè, Paola Cortellesi, Oreste Baldini, PErla Liberatori, Federica De Bortoli

Votazione: 8/10

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